ANSA) - ROMA, 26 AGO - Rischio estinzione per i grandi felini e in particolare per i leoni la cui popolazione si e' ridotta negli ultimi anni a non piu' di 30.000 esemplari. A lanciare l'allarme e' il Wwf, secondo cui l'immagine dei leoni languidamente sdraiati al tramonto della savana africana rischia di sparire per sempre. La popolazione di questi grandi felini e' drammaticamente crollata negli ultimi anni e si assiste ad una progressiva ritirata della specie nelle aree protette. Il problema e' ormai cosi' evidente che persino l'ultimo numero del prestigioso magazine Time gli ha dedicato un ampio servizio. Non solo, nella prossima conferenza delle parti della Cites (Convenzione sul commercio internazionale di specie di fauna e flora minacciate di estinzione) che si terra' a Bangkok, dal 2 al 14 ottobre, si discutera' della proposta del Kenya di proibire completamente il commercio internazionale di leoni. Il leone, una volta, era una presenza comune e diffusa nei grandi spazi aperti africani: la sua popolazione, infatti, fino a pochi anni fa (meta' anni '90) era stimata in un numero massimo di circa 100.000 esemplari mentre oggi e' ridotta a un numero massimo di 30.000. Questo significa, come ammonisce il Wwf, che i leoni sono ormai una specie a rischio di estinzione, se non si arrestera' questa progressiva rarefazione. Ma il problema non riguarda solo il leone. Anche altre specie sono ormai in serio pericolo di scomparsa come il leopardo delle nevi (il cui numero massimo stimato e' di 7.500 esemplari al mondo ), la tigre (le cui cinque sottospecie contano appena 7.000 esemplari al mondo), il giaguaro (meno di 50.000), il puma (50.000 esemplari) e il ghepardo (circa 15.000 esemplari). E non si parla solo di specie esotiche in paesi lontani: nella penisola iberica, infatti, vive il felino piu' minacciato al mondo, la lince pardina, che conta soltanto 200 esemplari. Lo sviluppo e l'aumento della pressione umana unito alla progressiva urbanizzazione e lo sfruttamento economico (agricoltura e pastorizia), rileva ancora il Wwf, riducono e frammentano l'habitat dei felini. Tutto cio' ha effetti drammatici su specie come il giaguaro e la tigre che necessitano di ampi spazi. Inoltre, la caccia sconsiderata ai grandi felini, considerati ambiti trofei da esporre, o dei pericolosi predatori da eliminare per salvaguardare il bestiame domestico, fanno si' che ogni anno moltissimi esemplari vengano uccisi. Eclatante e' il caso del leopardo delle nevi, una tra le specie piu' minacciate di cui sono rimasti tra i 4.500 e i 7.500 esemplari e che viene ucciso dai pastori dell'area himalayana per salvaguardare le loro preziose greggi dal cui vello ricavano la pashmina, preziosa lana utilizzata dal settore dell'abbigliamento. Su questo fronte, in particolare, il Wwf e' intervenuto promuovendo un piano d'azione per la salvaguardia del leopardo delle nevi che prevede iniziative di supporto per le popolazioni locali, ovvero la costruzione di recinti piu' resistenti e l'addestramento di cani da guardia affinche' i pastori non subiscano danni e non siano spinti ad abbattere i predatori. E un altro pericolo viene dalle tradizioni 'sanitarie', motivo per il quale il valore economico di queste specie e' enorme per il mercato asiatico. La medicina tradizionale cinese, infatti, utilizza parti di questi animali come componenti essenziali per la sua farmacopea. Ad esempio, le ossa della tigre e di altri grandi felini vengono polverizzate e utilizzate per curare l'artrite e altri acciacchi. Oppure il cervello della tigre, allungato con olio, viene spalmato sul corpo per curare l'acne. (ANSA). KQU
26/08/2004 16:31
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