
Spirito Mustang
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I cavalli sono gestiti in varie modalità che permettono diversi livelli di contatti sociali con gli altri cavalli. In molti casi, il contatto tra cavalli è limitato o assente. Il cavallo è una specie altamente sociale, chiaramente sia in natura che in ambiente domestico (Wood-Gush and Gailbraith, 1987) e l’ambiente sociale può impattare sul loro benessere (Mal et al, 1991). Arricchimento ambientale, includendo anche l’inserimento di compagni di branco (Newberry, 1995) è uno dei metodi usati per evitare lo sviluppo di un ambiente sterile. Un ambiente sterile, che include anche la mancanza di stimoli sociali, può produrre un’alta frequenza di comportamenti anomali e stereotipie. Una ricerca ha studiato la preferenza sociale in cavalli tenuti in coppia, isolati ma in contatto visivo ed isolati del tutto (Houpt and Houpt, 1989). I cavalli isolati del tutto hanno evidenziato un incremento di varie attività tre volte superiore comparata agli altri gruppi osservati. I cavalli isolati spendevano maggior tempo camminando e trottando e minor tempo nelle attività di pascolo (10 per cento in meno). Altri studi hanno messo in evidenza come esistano significativi incrementi di parametri fisiologici indicativi di uno stato di stress in cavalli tenuti isolati, rispetto a cavalli tenuti in coppia o in piccoli gruppi (Mal, 1991; Alexander and Irvine, 1998; Dimock and Ralston, 1999). Spirito Mustang per Voi! Ciao! Francesco
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Mi sembra si parli senza cognizione di causa di etologia. Lasciate parlare e lavorare chi ha scelto di portare avanti le proprie idee con professionalità. Chi da almeno due decenni si occupa di animali. Ma se ne occupa con approccio etico. Io mi sono trasferito a Parma a studiare etologia nel lontano 1983, quando la parola etologia era sconosciuta a veterinari, biologi, istruttori cinofili, cavalieri, etc. Ilion, possiamo lasciar perdere Parelli e Roberts? Ormai hanno fatto il loro tempo. Dobbiamo impegnarci, aprire gli orizzonti, innovare il nostro pensiero senza legarsi a loghi o strumenti (carrots, dually, etc). Io sono impegnato fortemente sul fronte della ricerca universitaria proprio in questo campo e nuove ricerche sono in progettazione. Nel campo dell'etologia cognitiva le ricerche sono in continua proliferazione. Anche qui lo scontro è duro tra etologi behaviouristi, etologi puri ed etologi cognitivisti. Non basta imparare quattro giochi o ad associare in tondino, le cose sono molto più complesse e vanno svolte da professionisti. Io lavoro da terra, ma guido anche il cavallo dalla sella alla calma, alla comprensione degli aiuti, all'impegno, alla rettitudine, alla riunione ed all'equilibrio mentale e fisico. Non amo far salire i cavalli su trespoli da circo, muovendomi come un pagliaccio o facendo solo show. Ricordo ancora quando ho domato da solo la mia prima puledra, Unica, avevo poco più di 20 anni (ora ne ho 40 passati), ma già avevo seguito per tanto il primo cavaliere insieme al quale avevamo domato con calma tanti cavalli. Ilion ha ragione, ma anche Sara ha ragione, ma non possiamo fermarci alle nostre opinioni personali. Dobbiamo affidarci a chi fa ricerca e non a chi fa il circo. Ilion, nessun cavallo domato etologicamente è alle olimpiadi? A me non interessano i risultati raggiunti, che certamente in un futuro arriveranno sempre più, ma sono interessato al vero benessere del cavallo. Domenica sono stato ad un concorso, c'era anche un noto campione italiano, che dopo un'eccellente prova sportiva ha caricato il cavallo sul van ad ombrellate. Vergognoso. Non è possibile più assistere a queste scene, a questa ignoranza. Si riesce a far fare cose innaturali ai cavalli come saltare ostacoli in percorsi impegnativi, ma non si riesce a far salire un cavallo sul van se non usando la forza, mi sembra assurdo. Io ho fondato la mia scuola su questo approccio etologico ed etico al cavallo e la porterò avanti sempre con determinazione, passione e sacrificio. Scusate lo sfogo! Spirito Mustang
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Ciao a tutti! L'uso di un buon senso etico deve sempre alla base di ogni scelta! Lavorare con i cavalli, maschi o femmine, comporta sempre un certo carico di rischio. Punterei l'attenzione su proprietari che dotati di scarsa esperienza hanno grosse difficoltà di gestione anche con le femmine (allora andrebbero sterilizzate per evitare sbalzi umorali dovuti a sbalzi ormonali???) Anche le femmine ricercano il piacere sessuale e allora? Cosa facciamo? Non esistono solo maschi libidinosi, ma anche femmine, la prima delle quali è la mia Pioggia :-) Ci sono proprietari che fanno accoppiare la propria femmina verso i 7-8 anni e fino ad allora? Cosa fa? Resta comunque a bocca asciutta? Io credo che la scelta vada fatta alla ricerca di un approccio il meno invasivo possibile. Più che castrare o sterilizzare indiscriminatamente io punterei sulla formazione delle persone, che è assolutamente inesistente, puntando anche a creare ambienti idonei ad un benessere altamente qualitativo della vita dei cavalli, anche dei maschi interi, stalloni e non. Comunque io preferisco le femmine!
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Ciao a tutti! Sono stato molto impegnato ultimamente nella preparazione ed erogazione di un corso per istruttori cinofili che ho tenuto all'università di Pisa. Sul mio sito in home un importante contributo alla corretta conoscenza del metodo più etico e scientifico possibile di preparazione del puledro. Un abbraccio a tutti! Spirito Mustang
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Volevo avvertirvi in anticipo che per Maggio sto progettando due giornate ad osservare in montagna i branchi di Esperia! Spirito Mustang
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Sottoscrivo in pieno quanto riportato da Sara. In più aggiungo che esistono tecniche di inserimento lavorando in tondino. Ma sono tecniche che vanno utilizzate con davvero grande cura e in strutture idonee per evitare danni. Purtroppo questo non è il contesto idoneo per spiegarle....per il bene dei cavalli e dell'uomo. Molti sarebbero tentati a testare quanto riporta Spirito Mustang....e non è il caso
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Nel passato si tendeva a tutelare esclusivamente il benessere fisico del cavallo. Fortunatamente oggi si parla sempre più spesso di Animal Welfare inteso in senso più globale. In questo contesto il benessere psicologico equivale a quello fisico. Vantaggi e svantaggi vanno considerati valutando con consapevolezza ogni variabile con una particolare attenzione al benessere psico-fisico. Sabato sono passato dal Centro Militare di Equitazione di Montelibretti e ho visto un grande paddock con almeno 20 cavalli che coesistevano tranquillamente formando dei sottobranchi. Certo l'inserimento di un cavallo in un nuovo branco, riducendo le ore passate in box, è un'operazione che va fatta solo da persone che abbiano un'approfondita conoscenza dell'etologia del cavallo e delle dinamiche di branco. Un abbraccio a tutti! Spirito Mustang
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Nel mio lavoro con i puledri non mi avvalgo della collaborazione di un assistente e quindi ogni mia azione la valuto attentamente al fine di garantire la sicurezza mia e del puledro. In questo contesto grande valore assume l'espansione dell'area di comfort del puledro al fine di migliorarne la fiducia in se stesso e ridurre al minimo sorprese e incidenti. Nel tondino lavoro associando il puledro e desensibilizzandolo a diversi stimoli potenzialmente impaurenti. Aumento progressivamente la sua area di comfort e faccio diventare il tondino l'area di comfort base. Nel lavoro montato in tondino inizio gradualmente a guidare il puledro alla comprensione dei miei aiuti (e non alla sottomissione) e sottoponendolo anche montato a diversi stimoli. Voglio che la bolla di confidenza si sviluppi sempre più. Guido alla calma, alla serenità, tenendo bassi i livelli d'ansia. Alla fine i miei campi di lavoro entrano a far parte dell'area di comfort del puledro ed il centro di quest'area è la mia presenza. Il cavallo associa il comfort a me sia nella comunicazione da terra, sia nella comunicazione tattile dalla sella. Tutto viene svolto nella massima sicurezza, attraverso uno scrupoloso lavoro per obiettivi sfidanti ma raggiungibili. Spero sempre di poter dare un piccolo contributo professionale alla conoscenza dell'educazione e formazione di base del puledro. Francesco.......Spirito Mustang
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Ogni ricerca ha inizio con la descrizione e la classificazione dei fenomeni che si propone di studiare. Base di qualsiasi ricerca etologica è l’etogramma ossia il catalogo minuzioso di tutti i moduli comportamentali propri dell’animale. Allora perché non provare a stilare un etogramma personalizzato del nostro cavallo per migliorare la conoscenza del suo comportamento? Come il mio cavallo interagisce con l’ambiente? Quali sono i comportamenti che mette in atto nel percepire l’ambiente in cui vive? Come si comporta in situazioni nuove? Assume un atteggiamento esplorativo, distaccato, impaurito, aggressivo dinanzi ad un nuovo oggetto (ad esempio un ombrello aperto poggiato per terra per un paio di minuti) introdotto nel suo ambiente? Attraverso l’analisi quali-quantitativa delle FAPs (Fixed Action Patterns), componenti elementari delle categorie comportamentali, si possono ricavare precise informazioni sulle condizioni di vita dell’animale e sui comportamenti che tendenzialmente esibisce nel rapportarsi al suo ambiente, ai conspecifici ed all'uomo. Armatevi di taccuino, matita, cronometro e tanto tanto spirito d'osservazione! Certamente acquisirete nuove conoscenze sul vostro splendido cavallo! Buona osservazione a tutti! Un caro saluto! Francesco.....Spirito Mustang Etologo e T.....r
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Ogni cavallo è diverso! Pioggia, la puledra che ho adottato all'età di 11 mesi e che ora ne ha 30 ancora vive la sua vita da puledra...guardandola ancora mi sembra una ragazzina...certo già mi segue fiduciosa e da terra è già abituata a tanti stimoli rimanendo tranquilla e libera al mio fianco (buste, ombrelli, acqua, ecc.)! Ancora non è il tempo di abituarla al cavaliere e non ho fretta! Pioggia è nata da una bella cavalla Andalusa e da uno stallone Appaloosa che viveva libero sulle montagne venete!!! Coraggiosa, curiosa, fiduciosa, forte vive con Perla e Raddusa che già la rispettano come potenziale leader!!! Molti corrono nel voler montare i cavalli...io non ho fretta! Spirito Mustang
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Doma Etologica...ormai questo termine è fortunatamente sempre più noto ai cavalieri più sensibili e a chi ha il desiderio di praticare una equitazione più etica nel rispetto del cavallo. Anche chi ha sempre aderito a metodi tradizionali obsoleti riconosce sempre più l'efficacia di questo approccio. Ma nella mia terra non parlo mai di doma, bensì di abitudine del cavallo all'interazione etica ed efficace con l'uomo da terra e con il cavaliere Bisogna assolutamente anche dire che anche la doma etologica va condotta con serietà d'approccio e professionalità, nulla può essere improvvisato. Vedo in giro fin troppi singolari e improvvisati trainers "etologici". Le prime fasi di interazione tra uomo e cavallo sono davvero delicate ed è vero quanto cita LadyD quando afferma che si addestra sempre, nel senso che ogni volta che ci relazioniamo con un cavallo noi gli trasferiamo delle informazioni. Il primo assioma della comunicazione infatti afferma che "è impossibile non comunicare" e se è vero che quando comunichiamo con il cavallo lo educhiamo, aggiungerei che è anche vero che "è impossibile non educare, nel bene e nel male". A volte anche grandi trainers americani che fanno proselitismo sembrano perdere il senso dell'etica e della consapevolezza. Recentemente un mio allievo mi ha fatto vedere una ripresa di una dimostrazione di un famosissimo e osannato T.....r americano tenuta in Lombardia un paio di anni fa....l'ho vista con i visceri contorti....era al limite della denuncia di maltrattamento...gli spettatori applaudivano, ma dovevano essere incompetenti o ciechi! Un povero puledro di tre anni è stato sottoposto alle attenzioni di questo T.....r, con musica a palla e ad alto volume, applausi e questo T.....r che sembrava avesse bevuto o sniffato qualcosa...perdonatemi questo mio eccesso ma sembrava un vero pagliaccio! Ha tentato di domarlo chiaramente senza successo, etica zero, solo show. Se il puledro non dava attenzione? Una bella longiata sul posteriore o una pacca sulla schiena dicendo "two eyes, two eyes". Il puledro non aveva neanche possibilità di fuga visto che era alla longia. Ancora mi vengono i brividi, con gli occhi di un professionista serio e conscenzioso che abbia a cuore il benessere psico-fisico del cavallo sembrava di assistere a qualcosa di veramente surreale! Francesco....Spirito Mustang
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Il periodo di lavoro con un puledro può variare in base alle caratteristiche individuali del cavallo stesso. Generalmente io ospito i puledri due-tre mesi, tempo necessario per passare dalla comunicazione in tondino alla fase di abitudine al cavaliere alle tre andature con guida alla calma, per poi passare alla comprensione degli aiuti, fino al raggiungimento di un buon grado di leggerezza e impulso. Il periodo comunque dipende dalle esigenze del cavallo e del proprietario. Obiettivi e risultati attesi vengono concordati insieme prima di iniziare il lavoro. I costi possono variare e sono concordati caso per caso. Ciao Spirito Mustang
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No Ciottolina! Mai lavorato con Shire e Percheron. Sarebbe davvero interessante osservare e studiare le reazioni di questi cavalli. Spirito Mustang
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Istinto e apprendimento, questi due aspetti sono le colonne portanti che sostengono e guidano lo sviluppo comportamentale di un cavallo. Le combinazioni genetiche potrebbero portare ad una predisposizione comportamentale del puledro, simile a quella del padre o della madre. Ma poi sono le esperienze che il puledro vive a forgiarne ancora di più il comportamento e il carattere. Spirito Mustang
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Ciao Ciottonina, come sai da policy di questo forum non posso scrivere il mio sito sul forum, ma solo nel profilo. Se però vai su Google ed usi parole chiave come training etologico, etologia, cavalli, cani, ecc...prima o poi mi troverai. Ti aspetto! Ciao Spirito Mustang
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Questa piccola storia l'ho scritta due anni fa. Morello se ne andato via naturalmente per vecchiaia....
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Morello, Compagno nella notte Le notti d’estate erano davvero magiche sull’altopiano tra Liguria e Piemonte, ed io appena ventenne mi godevo una vita fatta di cavalli ed escursioni tra i boschi. Era l’Altopiano delle Mànie, una terra dallo strano nome che non dimenticherò, li lavoravo come guida presso un centro di turismo equestre, in questo modo contribuivo a sostenermi durante gli studi universitari di etologia che svolgevo a Parma. La mia stanza affacciava sui paddock dei cavalli e la notte li sentivo respirare, quel profondo respiro riecheggiava nei miei sogni. Morello era un mezzosangue di circa dieci anni. Ricordo quando ero andato a vederlo la prima volta, era legato in una posta con altri cavalli. Grossi pali di castagno li confinavano lateralmente, comunicazione inesistente, i loro sguardi erano persi chissà dove. Il precedente proprietario mi riferì del carattere particolarmente difficile di Morello, un testardo diceva, non ci si poteva fidare di quel cavallaccio nero diceva. Io sono sempre stato scettico sul giudizio umano riguardo il comportamento animale, permeato di paure preconcette ed erronee convinzioni. Ho sempre cercato di guardare oltre, tentando di comprendere il perché di determinati comportamenti degli animali. Passavo molto tempo con Morello, mi aveva colpito la sua mite fierezza anche se oscurata dalla diffidenza per l’uomo. I primi tempi trascorrevo molto tempo con lui nel paddock, senza fare assolutamente niente, l’osservavo mentre pascolava insieme agli altri cavalli. Poi lunghe passeggiate a piedi tra i boschi, senza montarlo, per il solo piacere di condividere l’esplorazione di nuovi sentieri e nuovi paesaggi da ammirare. Morello iniziava a rilassarsi ed a diventare più confidente nei miei confronti. Vivendo insieme con me piccole o grandi avventure, Morello entrava sempre più in sintonia con l’uomo. Poi giunse il momento di montarlo e diventarono innumerevoli le escursioni che guidammo insieme. Morello dal passo sicuro, fiero e coraggioso, tranquillo ma determinato. Quando arrivavano le notti di luna piena, lui mi aspettava nel paddock e con un basso nitrito mi salutava, pronto per una lunga passeggiata solitaria tra i boschi resi argentei dalla luce della luna . Qualche mese fa, Morello ha fatto la sua ultima passeggiata, verso azzurri pascoli, il mio spirito lo ha guidato. Spirito Mustang
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Il clicker è una scatoletta di plastica con una linguetta di metallo che, quando viene premuta con un dito emette un suono secco, un click! Attualmente è molto utilizzato nell'addestramento dei cani e qualcuno in america ed in europa lo usa anche con i cavalli. Si tratta di un rinforzo condizionato che fa da ponte tra il comportamento che gradite e che volete rinforzare ed il suo rinforzo effettivo (ad es il bocconcino).
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Il clicker è certamente un efficace rinforzo secondario, che rientra a far parte degli aiuti, ma deve essere anche questo usato con consapevolezza e buon senso altrimenti rischia di diventare una barriera nella comunicazione tra uomo e animale. Personalmente non preferisco usarlo, sia nel training dei cani che nel training dei cavalli. Anche in questo caso le mode sono molto pericolose e possono diventare inefficaci....il clicker usato in maniera impropria può addirittura desensibilizzare al rinforzo. Preferisco insegnare ai proprietari l'utilizzo di gesti, comportamenti e strumenti di più pratico utilizzo nella vita quotidiana. Soprattutto insegno loro l'etologia della specie e del loro animale in particolare. Guido i proprietari alla comprensione delle dinamiche che motivano il comportamento dei loro animali. Con i cavalli in particolare lavoro molto sulla loro serenità, preservando la loro energia fisica e mentale. Massimo rendimento con minimo sforzo. Insegno loro a dosare la loro energia così come accade in natura. Mi piace preservare l'individualità del cavallo, non amo i robottini che salgono sui piedistalli, ci siamo capiti vero? Francesco....Spirito Mustang
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Condivido LadyD. In genere lavoro a stretto contatto con il proprietario, in modo che il passaggio di consegne nella gestione del puledro sia il più fluido possibile. Il mio obiettivo è di trainare anche il proprietario in moda da far diventare egli stesso T.....r del proprio cavallo. Lavoro con flessibilità, non credo a loghi o scuole di pensiero. Non credo all'applicazione rigida di una tecnica. Credo alla capacità di un vero T.....r di acquisire consapevolezza e flessibilità nell'applicazione di una tecnica. Da Monty Roberts ho acquisito buoni concetti, ma non uso questa tecnica in modo indiscriminato. Lavoro attraverso il condizionamento operante, il rinforzo positivo e la desensibilizzazione progressiva, oltre a ricercare un codice di linguaggio condivisibile. Cerco di lavorare usando calma, testa ed esperienza. I cavalli che passano attraverso me esprimono sempre calma, equilibrio, impulso, comprensione degli aiuti, leggerezza e soprattutto fiducia nell'uomo e nel cavaliere. Ciao! Francesco
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Si Lady D hai ragione! Mi sono da sempre occupato di puledri, sono sempre stati la mia passione, il primo contatto con un altro essere. Ricordo ancora la mia prima puledra, più di vent'anni fa, si chiamava Unica ed aveva sangue salernitano che scorreva nelle vene. Ho sempre lavorato con tranquillità, era un mio modo di essere e sentire il cavallo. Poi gli studi fatti a Parma, al fianco di Danilo Mainardi ed altri importanti etologi come Sandro Lovari, mi hanno permesso di approfondire le mie conoscenze etologiche sia sulla fauna selvatica sia applicate agli animali domestici come cavalli e cani. Quattro anni fa poi ho trascorso un periodo da Monty Roberts partecipando ad un clinic di problem solving proprio a Flag Is Up Farm. Andando alla sorgente ho approfondito alcuni concetti. Ogni giorno sviluppo meglio la mia tecnica, aumentando la sua flessibilità di applicazione visto che ogni cavallo è diverso. Con coraggio porto avanti la mia professione, credo in me stesso ed in quello che posso dare agli animali. Questo in grande sintesi la mia vita e la mia professione. Spero di essere stato abbastanza esaustivo, anche se ci sarebbe ancora un mondo da dire. Ciao Francesco....Spirito Mustang
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Si spesso il mio team organizza corsi. Siamo a Roma, ma abbiamo organizzato corsi anche in altre regioni. Sul mio sito troverai tutte le informazioni. Ciao e a presto! Spirito Mustang
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Spesso mi viene chiesto: "Ma quali sono le doti che deve possedere un T.....r di giovani cavalli?" Rispondo sempre con poche ma significative parole: Cultura Sensibilità Esperienza Calma Consapevolezza "La differenza tra un T.....r ed un vero ed efficace T.....r è la capacità di gestire le proprie paure, le proprie ansie e la propria calma. Quando mancano questi presupposti l'uso della violenza è sempre dietro l'angolo." Spirito Mustang Etologo e T.....r professionista
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Bene ragazze! Continuate così, approfondite sempre più la vostra cultura nella conoscenza del cavallo. La strada è ancora lunga per far comprendere alle persone quanto sia importante stabilire una rapporto di piena fiducia tra uomo e cavallo. Ora dobbiamo anche avere il coraggio di superare esimi personaggi americani e di guardare oltre. Esistono uomini anche molto vicini in Italia che possono dare e daranno sempre più forte il loro contributo alla vera conoscenza del cavallo, con serietà e professionalità, lontani da dimostrazioni simil-circensi ma che ogni giorno s'impegnano veramente nel loro lavoro. Ciao! Spirito Mustang