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Ciao, sarebbe opportuno se riesci a postare una foto per capire e contattare nel frattempo una sede Lipu ( http://www.lipu.it ). Così potrei forse presupporre si tratti di un piccolo di Gazza ladra (Pica pica ) è un Corvide con regime dietetico soprattutto carnivoro. Si nutre di insetti (coleotteri, lepidotteri e loro larve) piccoli mammiferi (arvicole,topi,ratti) uccelli (di piccola taglia, loro uova e nidiacei, predati presso i nidi) ed ancora lombrichi, molluschi, zecche e carogne di animali. Pertanto il pulcino andrà alimentato con una dieta a base di proteine animali (pezzetti di carne, cuore ed altre frattaglie, pastoncino per uccelli insettivori per ornicoltura, integrato con omogeneizzato di carne, uova sode, camole del miele, tarme della farina ed altre prede vive). Ciao
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Ciao, in breve va fatta una distinzione tra nidiacei e piccoli al primo volo. Nidiacei sono da considerarsi quelli trovati implumi, incapaci di sostenersi sulle zampette, in genere dormono la maggior parte del tempo o addirittura hanno gli occhi ancora chiusi. Sono totalmente inetti ed hanno bisogno di essere nutriti poco e spesso, circa una volta ogni mezz'ora rispettando le ore di luce e di buio; in altri termini bisogna collocarli in un posto riparato dove possa arrivare la luce naturale e bisognerà iniziare ad alimentarli appena fa giorno e smettere appena fa notte. Per i più debilitati si possono prolungare le ore di luce fino a tre ore dopo il tramonto per permettere una maggiore alimentazione: Quindi ogni 3 ore, dal mattino (circa le 6.30) alla sera (circa le 23.30) · omogeneizzato di carne; si può usare una comune siringa per insulina, naturalmente privata dell'ago; le dosi dipendono dalla taglia dell'uccellino qui dovrebbe poterti aiutare la LIPU Alimentazione è insettivoro. Se alla vista del cibo apre spontaneamente il becco, è sufficiente introdurre il cibo il più vicino possibile alla gola; se questo non dovesse accadere occorre forzare delicatamente l’apertura del becco, magari con l’aiuto di una seconda persona che introduce il cibo in gola. Alimenti da fornire per ogni pasto (almeno 4 pasti al giorno): tarme della farina (tenebrioni), o pastoncini reperibili in negozi per animali a base per insettivori. Sarà anche necessario somministrare qualche goccia d’acqua al giorno con un contagocce. Sono comunque sempre da preferire per lo svezzamento prede vive e cibi digeribili. - l'acqua va data in ragione di una o due gocce ai lati del becco; non di più perché la prendono dai cibi. - vermi ed omogeneizzato non devono essere freddi di frigorifero. - alternare questi alimenti nella dieta. Se il piccolo ha già qualche piuma può essere che si sia perso in un tentativo precoce di volare. Messo in un nido vero o artificiale, tenderà ad uscirne e mettersi appollaiato sul bordo o, se era già al suo secondo o terzo voletto preferirà al bordo del nido un trespolo poco distante. A quest'età approssimativa si può già pensare di aumentare le dosi e le ore di pausa tra un pasto e l'altro. Si possono attendere fino a tre ore, prima di alimentarlo nuovamente. Fin dai primi giorni è bene fornire cibo ed acqua nell'alloggio, servirà ad abituarli alla presenza del mangiare; l'uccellino già più grandicello cercherà maldestramente di beccare (gli insettivori sono stimolati dal movimento della camola), i primi tentativi saranno senza grossi risultati, ma finché tenta di beccare è bene lasciarlo fare. Portarlo sempre con voi è un problema in quanto il contatto continuo con un essere umano che lo coccola e lo nutre sempre, potrebbe spingerlo a non tentare di alimentarsi da solo quando è tempo; spetta a chi lo sta svezzando stimolarlo ed insegnargli con pazienza tutto quello che già il suo istinto gli suggerisce. http://www.blunet.it/lipu/soccor.htm
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CITO E RIPORTO DA UN MESSAGGIO IN UNA LIST DI PAPPAGALLI : ----- Original Message ----- From: "World Parrot Trust-Italia" italy@worldparrottrust.org Volevo farvi sapere che la notizia sulla confisca di Are di Lear e Spix, riportata inspiegabilmente anche dal sito WWF http://www.wwf.it/news/1472004_169.asp e' del tutto infondata. Sono state confiscate diverse specie molto minacciate, ma nessun esemplare di Lear o Spix, delle quali oltretutto non risulta la presenza di esemplari vivi in Italia. Ciao, Cristiana ______________________________________________________ From: "Claudio Peccati" Ho avuto modo di parlare con Massimiliano Rocco del WWF e della Commissione CITES che mi ha detto che di Ara di Lear (Anodorhynchus leari) e di Ara di Spix (Cyanopsitta spixi) non ce ne è nemmeno una nel gruppo sequestrato. Sono invece state trovate durante tutta questa infinita storia che dura dal 1994 circa, tracce e carte che rivelano i contatti di alcuni per acquistare le due specie in oggetto. Specie che però non solo non risultano mai acquistate, ma nemmeno passate in Italia (sempre parlando di queste indagni del 1994 in avanti). La notizia della confisca di individui delle specie di cui sopra quindi è assolutamente falsa, ma come sia finita anche sul sito del WWF, come segnala Cristiana, è un mistero Dr Claudio Peccati Medico Veterinario
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Ciao, scusami volevo quotare l'altra parte che tu hai scritto (quella sui microchip) prima in risposta e invece ho messo quella sbagliata :-) In ogni caso riguardo il collezionista.. non so se avesse realmente tanti soldi, ma il fattore rimane sempre che i pappagalli di cattura costano 10 volte meno che quelli riprodotti ! Quindi ha "sborzato" molto poco rispetto quello che avrebbe dovuto sborzare per pappagalli riprodotti in cattività. Ecco perchè...
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Ciao, esatto sarà in vigore nei prossimi anni l'obbligo di un riconoscimento per cani e gatti (microchip). Per ora anche nei volatili è possibile tale cosa, ma per quanto ne so saranno sprovvisti di qualsiasi "passaporto". Credo che per ora si limiteranno a cani e gatti che sono i maggiori animali detenuti ed abbandonati. Oltretutto se dovessero creare un passaporto per ogni animale ... pensa .. criceti, porcellini d'india, conigli, ecc.. Forse in futuro, chissà.... x aury La risposta è semplice. Soldi .... soldi e soldi "£$!" Ciao
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Ciao, ecco dove puoi indirizzarti : http://www.falconeriaitaliana.com/ (sito ufficiale - tutto) Altri : http://www.geocities.com/michelegenna/initalia.htm (legge) http://www.falconeria.org/leggi/cacciacolfalco.html (leggi x caccia con falco) Ciao
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Può essere benefico nel momento in cui si sa che magari il pappagallino ha ingoiato qualcosa di tossico o sostanza pericolosa, in quanto viene assorbita e poi espulsa. Es. se un pappagallo mangia avocado o rosicchia una pianta tossica, viene somministrato del carbone vegetale utile ad assorbire le tossine rimanenti. Quindi è da evitare a priori di darne tutti i giorni, ma può gioviare e portare benefici se proposto saltuariamente. Ciao
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Ciao, se magari vuoi essere più preciso possiamo vedere di darti le informazioni che ti servono: altri siti interessanti e cenni storici : http://www.marvel.it/falcuc/ http://web.tiscali.it/webnature/artfalco.html http://it.geocities.com/stilnovo02/falconeria.html Ciao
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Ciao, Il carbone può assorbire delle vitamine importanti come la vit. A, B2 e K, risultando insufficienti. Quindi (come per il limone nei beverini e grit), anche il carbone attivo vegetale andrebbe razionato, cioè non deve essere dato tutti i giorni ma saltuariamente. Ciao
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CIao, questo problema tocca tutti i pappagalli e non solo gli australiani purtroppo ! eheh In ogni caso, il pionus menstruus è veramente carino e simpatico, ma può essere rumoroso, ed inoltre difficile da reperire allevato a mano. Foto Pionus m. Come ogni altra cosa tutto dipende dal carattere che svilupperà il pappagallo. Ciao
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Ciao Lorenzo, scusami ma non si comprende bene ma penso di aver capito cosa vuoi dire. Il vocalizzo è prodotto da una siringe e non dalla laringe come avviene invece nei mammiferi. Dopo l’entrata della cavità toracica, la trachea si divide. E’ a questa biforcazione che si trova la siringe o scatola della voce. La siringe è composta da cartilagine e di strutture che vibrano dolcemente. Le più grandi sono conosciute come timpani. I polmoni sono due e non sono divisi in lobi, come invece sono nei mammiferi. Le possibilità canore d'un volatile sono proporzionali allo sviluppo del suo apparato vocale che è costituito da un organo detto glottide e da una formazione laringea detta siringe. Ora ovviamente un canarino, anatra o altre specie, ha tutto questo ma non ha possibilità di apprendere ad articolare parole proprio per la conformazione come dici tu della lingua, ma può produrre suoni o melodie. Ciao
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Ciao, ti sconsiglio kakariki o roselle. Se vuoi prendere un pappagallino per carattere sinceramente ti avrei indicato la calopsitte. In ogni caso puoi anche fare pensiero per un monaco o se vuoi optare per qualcosa di più "grande" ma altrettanto IMPEGNATIVO un conuro. Il fattore inoltre che lavori tutto il giorno, ti consiglierei due soggetti giovani. Ricordati che possono oltre rompere, sporcare, ecc.. anche gridare. Vivono parecchio a lungo. Ti lascio un articolo da leggere e su cui riflettere prima di fare l'acquisto: http://www.pappagalli.ch/Riflessioni%20acq...0pappagallo.pdf Ciao
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Ciao, come detto prima.. è proprio la siringe. Negli uccelli non è presente l'epiglottide e mancano anche le corde vocali. I suoni sono prodotti dalla vibrazione della siringe, struttura muscolo-membranosa situata alla biforcazione dei bronchi. Ciao ;)
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Ciao Aury, se voi per gli estrusi puoi guardare tramite dei negozi-on line che puoi ordinare direttamente. Inoltre che tipo di estrusi cerchi (per che pappagalli?)? Non so di che regione sei tu, se puoi dirmelo anche tramite messaggio privato vedo di chiedere.... Ciao
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Ciao, prima di tutto un mese è veramente poco ! E' un po' come pretendere che un neonato sappia già camminare o parlare . Secondo, mi spiace deluderti ma non necessariamente le Gracule religiose (di cui ancora oggi parecchie di cattura) sono obbligate a parlare.... perchè non impari tu a parlare la sua lingua ?! Inizia con calma e pazienza, la cosa potrebbe richiedere tempo, parecchio. Magari poi tutto ad un tratto inizierà a ripetere delle paroline. Forse mai ... Attenzione all'alimentazione. Ciao
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Ciao, ti rimando a questa scheda se non l'hai già letta. Se poi hai bisogno di ulteriori chiarimenti non esitare ! Tortora dal collare Ciao
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Ciao, si parla del famoso anello di riconoscimento dell'allevatore. Tutti gli uccelli riprodotti in cattività da un allevatore riconosciuto (iscritto per esempio al CITES o associazione FOI) per la vendita, detenzione o mostre, devono inanellare con relativo anello e numero i vari uccelli nascituri. Viene fatto tra il -7-10 gg perchè dopo la zampa è troppo grande per effettuare tale pratica. Serve anche per identificare, riconoscere e soprattutto per quanto riguarda l'avvenuta nascita in cattività (indi non catturati) ma spesso si riesce comunque anche a raggirare questo problema. Ciao
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Ciao, il cites non ha nulla a che vedere con il pedigree (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione), denominata in sigla C.I.T.E.S., è nata dall'esigenza di controllare il commercio degli animali e delle piante (vivi, morti o parti e prodotti derivati), in quanto lo sfruttamento commerciale è, assieme alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, una delle principali cause dell'estinzione e rarefazione in natura di numerose specie. Si suddivide in 3 allegati (A, B e C o 1,2,3). Per saperne di più puoi leggere qui : http://www.cites.org Ora per gli inseparabili in Italia per alcune specie esistono normative per la detenzione e denuncia dei pappagalli: Per ogni dubbio basta guardare e rivolgervi al CORPO FORESTALE DELLO STATO ITALIA ( http://www.corpoforestale.it/cites ). Per tutto quanto concerne la legge e detenzione Cites per GLI INSEPARABILI puoi trovarla qui: http://www.clubagapornis.too.it ________________________________________________________ IN GENERALE PER TUTTI I VOLATILI OBBLIGHI dei possessori di specie "CITES" I possessori di uccelli protetti dallle normative (psittacidi in allegato A e alcuni passeriformi allegato B ) sono tenuti a rispettare alcune regole che risultano più restrittive se la specie in questione è in allegato A. DETENZIONE La detenzione, vendita o cessione di specie incluse nell'allegato A E' VIETATA, a meno che non si tratti di soggetti nati IN CATTIVITA' o ai quali possano applicrsi alcune deroghe (art. 8 del Reg.CE n. 338/97, fini scentifici o ricerca). Per questi animali, comep er quelli in allegato B, E' NECESSARIO che il possessore sia sempre in condizione di produrre, ad ogni eventuale controllo, i documenti di acquisizione (fattura di acquisto, dichiarazione di cessione, denuncia di nascita) sui quali devono essere specificati i dati dei documenti da cui si possibile risalire alla provenienza degli uccelli. OGNI esemplare in allegato A acquisito dall'ALLEVATORE deve essere opportunamente marcato ! DENNUNCIA DELLE NASCITE I piccoli delle specie in allegato A e B vanno denunciati al Servizio Certificazione CITES Corpo Forestale dello Stato ENTRO 10 gg dalla nascita. I PICCOLI devono essere MARCATI con anello inamovibile (di dimensioni tali che possa essere applicato solo NEI PRIMI GIORNI DI VITA e successivamente non possa essere asportato, che non presenti alcuna interruzione o segno di saldatura ! Indi, un serio allevatore denuncia il Cenerino che è nato e viene marcato ... possibilmente IN TEMPO! (OBBLIGO!) Inoltre l'allevatore a momento della cessione dovrebbe avere il certificato rilasciato. In alternativa è possibile identificare gli uccelli con microchip. E' facoltà del Corpo Forestale accertare l'effettiva nascita dei piccoli dichiarati così come sottoporre i pappagalli a prelievo sangue (DNA) per certificarne ed accertarne la discendenza (soprattutto per quelli in allegato A). Ciao
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Ciao Amoglianimali, no è esatto quanto detto, in ogni caso dipende molto anche dal carattere del gatto...io ne avevo uno che era più propenso ad aspettare le scatolette di carne che spostarsi dalla poltrona per un canarino o cocorito. In ogni caso meglio tenerli separati o insieme nei locali sotto stretta sorveglianza. Ciao
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Ciao Amoglianimali, scusami ma non ho capito il tuo concetto.... mi sembra ovvio che il cocorito e il gatto non dovranno mai trovarsi liberi intrambi nella stessa stanza. Ciao
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Mi aggrego a fare i complimenti perchè si vede che sei un esperto studioso... Lieta di averti nello staff ! Ciao
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Ciao, perfettamente d'accordo con quanto detto, sono casi rari ed eccezzionali ma sono avvenuti o almeno in base a studi si presuppone che sia così. In cattività generalmente per un adulto bastano due prede come dei conigli per alimentarlo per ca. 2-3 mesi. Ciao
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Ciao, Cenni di fonetica "A New Dictionary of Birds” 1964, Nelson. Approssimativamente parlando, nel linguaggio vi sono due tipi di lettere consonanti, le plosive (di queste la p. b. t, e d, ad esempio) e le fricative (con incluse la v, f, e varie forme di s, z e ch). Il primo gruppo, le plosive, svolge differenti maniere di arrivo e partenza del suono, più o meno improvviso, con una forza più o meno esplosiva, e con presenza o meno di alte frequenze. Poichè gli uccelli nel corso delle loro normali vocalizzazioni sono capaci di partenze e fermate del suono altrettanto improvvise, riscontriamo che essi hanno la capacità di produrre le nostre consonanti, ma poichè lingua, laringe e cavità della bocca sono differenti dalle nostre, ed anche perchè le dimensioni di detti organi sono assai più piccole di quelle umane, noi non avremmo supposto che lo spettrogramma della voce degli uccelli potesse mostrare più che una leggera rassomiglianza generale fra i due arresti della voce degli uccelli con quella che noi produciamo. Noi troviamo che lo spettrogramma della voce normale degli uccelli non porta in chiara evidenza la distinzione, ad esempio, della p con la b o della t con la d. Ouando noi esaminiamo le fricative, vediamo che la rassomiglianza è molto più stretta e possiamo distinguere nella vocalizzazione degli uccelli dei suoni che sono strettamente simili al numero delle nostre consonanti fricative, ed èper questa ragione che noi tentiamo di imitare il suono dei piccoli uccelli utilizzando proprio le consonanti come la f, s, z. Dunque la similitudine tra la voce degli uccelli e le consonanti umane è parte del loro normale repertorio ed è più o meno frequente a seconda della razza, della intensità relativa e della frequenza usata. Quando noi esaminiamo le vocali, il problema posto dalla vocalizzazione ornitica è di peculiare interesse della fonetica. Circa ventitre differenti vocali o assimilabili sono riscontrabili nella parlata umana. Questo è il risultato incidentale del fatto che noi abbiamo molto più che una risonanza. Le vocali si creano ogni qualvolta la gola e la cavità orale sono eccitate simultaneamente nella risonanza, quando questo è dovuto alle corde vocali (come nel parlare e nel cantare, quando il suono è detto essere “parlato”) o quando è puramente dovuto al passaggio dell'aria in entrambe le cavità, come nel mormorio. Mimica vocale “A New Dictionary of Birds” 1964, Nelson A prima vista l'equipaggiamento vocale degli uccelli non sembra avere la cavità necessaria per produrre suoni simili alle nostre vocali, e l'esame dello spettrogramma sonoro della vocalizzazione degli uccelli spesso mostra che, quando noi pensiamo di udire una particolare vocale, in realtá siamo ingannati dal nostro stesso udito. In molti casi sembra che tutto quello che gli uccelli sanno fare sia il cambio di intensità del suono nello stesso modo in cui noi moduliamo la produzione delle vocali, ma senza riprodurre il caratteristico modello della risonanza umana. Tuttavia non vi è dubbio che molte specie di uccelli, particolarmente quelli come i Pappagalli, sanno fare plausibili imitazioni della parlata umana; di fatto essi sono in grado, in qualche modo, di farsi capire producendo una sorprendente accurata copia delle risonanze vocali, fin qui ricordate come peculiari del linguaggio umano. A parte i problemi fisiologici connessi all'imitazione da parte degli uccelli della voce umana, vi è un'altra questione concernente l'evoluzione e le funzioni biologiche di questa abilità mimica. Gli uccelli parlanti sono tanto familiari che il vero significato dell'evoluzione è spesso trascurato. Non vi sono dati di fatto per accertare che i Pappagalli e gli altri uccelli parlanti usino le loro notevoli capacità imitative anche in natura; tale abilità sembra essere del tutto latente. Fra i Primati noi riscontriamo una grande varietà di meccanismi vocali; ciò, apparentemente, dovrebbe mettere in grado molte di queste scimmie di produrre una eccellente imitazione della parola umana, ma, di fatto, solo lo scimpanzè può essere ammaestrato a fare ciò. Appare pertanto misterioso come gli uccelli, con il loro limitato equipaggiamento vocale, possano superare il problema della fonazione. Perchè alcuni uccelli abbiano imparato a imitare la parlata umana quando sono in cattività è forse un poco più comprensibile. Molti uccelli imparano a parlare quando sono in gabbia e a stretto contatto con l'uomo, ma in virtù della propria natura. Questo è probabile perchè, quando essi sviluppano un attaccamento sociale al loro allevatore, imparano che la vocalizzazione aumenta l'interesse per loro e, particolarmente con le buone imitazioni, sono rapidamente avvantaggiati nei contatti sociali. Questa sembra una ovvia spiegazione del fattoche il Pappagallo ammaestrato parli maggiormente quando il suo proprietario è fuori della stanza o subito dopo che egli è uscito dalla stessa, come se il suo parlare fosse un tentativo per indurlo a tornare. Se questa teoria sugli uccelli parlanti è corretta, la formazione del processo di apprendimento appare assai simile alle prime parole dette dai bambini. Mowrer, avanzando questa ipotesi, ha suggerito che gli uccelli e i bambini, producendo il loro primo sforzo nel creare le parole ed altri suon (in quanto essi sembrano buoni per loro stessi) sono, di fatto, autostimolati. Le madri spesso parlano ai bambini quando attendono a loro, e qui il suono stesso della voce viene associato a situazioni di conforto per il bambino stesso. Si verifica in sostanza che quando il bambino, solo e sconfortato, ascolta la sua voce, ne riceve un consolante e confortevole effetto. Su questa base Mowrer suppone che quando I'infante umano sará confortato dal suo proprio parlottare e borbottare non vi sarà bisogno che tale fatto produca qualsiasi effetto sugli altri. In seguito egli imparerà che se avrà successo nel produrre altri suoni, sua madre sarà grandemente interessata, attenta ed affettuosa; questo sarà il primo gradino dell'apprendimento del linguaggio umano. A dispetto di tutte le differenze, sembra arduo non credere che qualcosa di simile sia avvenuto nell'apprendimento della parola umana da parte degli uccelli. Come insegnar loro parlare Importantissimo è che il pappagallo a qualsiasi specie esso appartenga sia giovane, e viva in stretto contatto con l'istruttore (coabitazione) innanzi tutto dovrà diventare perfettamente domestico, cioè non deve avere nessun timore delI'uomo, al punto di essere maneggiato dallo stesso (i pappagalli di grossa taglia venduti per parlanti che troviamo nelle uccellerie sono giá domestici o hanno già un buon grado di domesticità, cosa che non avviene nelle piccole taglie). L'addestramento dovrà essere fatto ad un singolo soggetto isolandolo dagli altri, nel seguente modo: con movimenti lentissimi mettere la mano nella gabbia (che dovrà essere di ridotte dimensioni) ad una certa distanza dal soggetto e tenerla ferma per qualche minuto ripetendo l'operazione diverse volte nella giornata, ed in successive fasi nei giorni seguenti, avvicinare sempre più la mano al soggetto, per arrivare poi al punto di premere l'indice contro il petto al fine di indurlo a salire sul dito, nel giro di un mese diventerà abbastanza domestico (queste non sono capacità ma solo volontà di addomesticarlo), dopo tale periodo si potrá tenere sul dito fuori della gabbia (inizialmente forse tenterà di scappare) ed in tale posizione si potrà passeggiare per l'ambiente, col tempo il pappagalletto imparerà da solo a posarsi sul dito dell'istruttore non appena verrà aperta la gabbia, è bene premiarlo con qualche leccornia (i pappagalli hanno un grado di intelligenza superiore agli altri uccelli ed una notevole memoria). A questo punto all'uccello potranno essere im partite lezioni di oratoria che dovranno avvenire con pazienza e costanza giornaliera (direi certosina) ed anche più voite nella giornata. Si inizierà con una parola scandita lentamente e con chiarezza, ripetendola almeno venti volte per ogni lezione lasciando intercorrere un pó di tempo tra una e l'altra, affinchè possa essere assimilata (naturalmente dovranno inizialmente essere scelte parole semplici), non si deve passare ad una successiva paroia finchè la precedente non sia stata ripetuta con chiarezza, solo in un tempo successivo gli si potrà insegnare una intera frase. Non tutti i pappagalli imparano con la stessa velocitá di tempo, quindi il neo-istruttore non si lasci prendere dal nervosismo e pazienti, prima o poi la prima parola verrà pronunciata e dopo la prima le altre verranno apprese in minor tempo. E' da tenere presente che anche nei soggetti delle specie considerate vere parlatrici “come ad esempio il pappagallo cenerino” si può avere a che fare con soggetti che non parlano affatto. Giuliano Zaino – da "Il Mondo degli Uccelli" organo ufficiale dell'A.N.I.E.I. Associazioe Nazionale Indigeni Esotici Ibridi Ciao p.s.: l'apprendimento della parola inoltre è dettata dalla specie stessa ma soprattutto dal carattere del soggetto stesso. In breve come un bambino.. se non vuole apprendere né comunicare con noi e non sarà invogliato difficilmente imparerà alcuni suoni.
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Ciao, nei nostri laghetti trovi il Carassius carassius. Ciao ;)
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Ciao Fra, se vuoi acquistarli sarebbe in ogni caso sempre meglio più soggetti. Il cocorito è un ottimo pappagallino tra cui anche molto facile da trovare. Se li vuoi addomesticare (stare in tua compagnia) è bene che tu faccia come detto da Vale. Soggetto giovane, appena terminato lo svezzamento. I cocoriti può capitare che apprendino a parlare o fischiettare motivetti ma è veramente impegnativo e se lo fanno non aspettarti che le parole dette vengano con voce chiara. Come abituarlo a prendere cibo dalle mani fino a salire in spalla è impegnativo, ci vuole pazienza, tempo e dedizione. Generalmente però se acquisatati da giovani (giusto sarebbe verso il 2 o massimo 3 mese) e se già dall'allevatore abitauto alla presenza dell'uomo si hanno meno difficoltà. (http://www.pappagalli.ch/addomesticamento.htm) Altro trovi risposta qui: http://www.animalinelmondo.com/animali/vedi.php?NewsId=617 (Scusami per la mancanza della foto devo inviarne una!) Ciao ;)