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Gli Articoli Scientifici Di Horse&dog


Spirito Mustang

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Un nuovo anno è arrivato ed Horse&Dog continua il suo impegno sulla strada di un migliore conoscenza del comportamento animale!

Ho scritto un nuovo articolo scientifico sul comportamento del cavallo "CONOSCERE IL CAVALLO: IL GIOCO NEI PULEDRI".

Ogni articolo è bibiografato, tutto quello che viene riportato si riferisce anche a studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali. L'obiettivo è anche quello di ridurre il proliferare di sedicenti "esperti" di etologia, doma dolce, doma equoetologica, ecc.

Chi volesse ricevere i nostri articoli ed altre news può iscriversi alla mailing-list di Horse&Dog info@horsedog.com oppure visitare il nostro sito www.horsedog.com.

Un caro saluto a tutti e tanti auguri di uno splendido 2005!!!

Francesco De Giorgio

Biologo/Etologo

Horse&Dog Natural T.....r

www.horsedog.com

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Caro Spirito Mustang,

ho letto i tuoi articoli, veramente interessanti. Ti ringrazio dunque per il tuo prezioso apporto.

Vorrei pero' pregarti di rendere un po' meno pubblicitari i tuoi post. Se vuoi c'è la possibilità di inserire il tuo sito nella nostra directory.

Ti ringrazio

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Certamente LadyD,

concordo su te che il messaggio può apparire di stampo commerciale, ma l'iscriversi alla mailing-list ricevendo articoli che io stesso scrivo, è totalmente gratuito.

Certamente potrebbe esserci un ritorno per Horse&Dog, ma non sempre accade. Il mio obiettivo è dare soprattutto il mio contributo alla conoscenza del mondo animale, visto il mio background scientifico.

Purtroppo nel mondo dei cani e dei cavalli c'è troppa approssimazione e superficialità, ma soprattutto scarsa cultura scientifica!

Ero già iscritto nella directory!

A presto!

Buon Anno!!!

Francesco De Giorgio....Spirito Mustang

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  Spirito Mustang dice:
Purtroppo nel mondo dei cani e dei cavalli c'è troppa approssimazione e superficialità, ma soprattutto scarsa cultura scientifica!

Purtroppo è vero... è incredibili quante varianti diverse ci siano quando si parla di animali... ognuno sostiene la pripria ipotesi chiudendosi completamente alle idee altrui. E, litigando e discutendo, troppo spesso si perde di vista il vero punto fondamentale: il benessere dell'animale stesso.

Ti prego di segnalarci i tuoi prossimi interessantissimi articoli!!

E, già che siamo in tema, vorrei chiederti un parere da biologo/etologo. Conosci i sistemi tipo Parelli e Roberts? Cosa ne pensi (scientificamente, tralasciando la parte commerciale)?

Contraccambio gli auguri di Buon anno!!

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Si Lady D,

certamente conosco i sistemi Parelli/Roberts, tra l'altro sono stato da Monty Roberts la scorsa estate per un Clinic di Problem Solving proprio a Flag Is up Farm.

Su cosa si basano? Premessa....purtroppo in Italia si parla solo di Parelli e Roberts, perchè loro hanno avuto la capacità imprenditoriale di esportare i loro metodi in tutto il mondo, ma vi sono tanti altri T.....r, e purtroppo alcuni non ci sono più, altrettanto in gamba, ma poco conosciuti.

I metodi utilizzati sembrano diversi, ma in realtà si basano su meccanismi d'apprendimento uguali...condizionamento pavloviano, operante, shaping, desensibilizzazione progressiva e sensibilizzazione.

Altra premessa, odio il termine "doma dolce" tanto usato in Italia. Quando lavoro i cavalli io non sono per niente dolce, anzi a volte sono molto duro, ma solo mentalmente e con il linguaggio non-verbale. Un leader viene riconosciuto non per la violenza fisica gratuita, ma per la tranquilla determinazione, per la persistenza e coerenza.

Ma torniamo ad analizzare i metodi Parelli/Roberts, come tu li chiami. Entrambi si basano su una grande conoscenza del cavallo nelle interazioni con i suoi simili, ma anche una conoscenza del condizionamento operante, con l'utilizzo del rinforzo positivo (rinforzare positivamente un comportamento, significa che quel tale comportamento si ripeterà più frequentemente e più facilmente).

Pensa, sono metodi utilizzati per comunicare con animali come i delfini, i cani, ecc...allora perchè non usarli anche con i cavalli?

Purtroppo il mondo dell'equitazione, come quello dei cani fino ad un decennio fa, è chiuso a determinati apporti non scientifici. Il perché? Sinceramente non lo so.

Fino a qualche anno fa, ma anche attualmente in alcune scuole obsolete, i cani venivano addestrati solo con l'ausilio dello strangolo, senza alcuno studio e approfondimento alle spalle, solo pura violenza.

Certamente imparare i sette giochi Parelli non ti potrà aprire le porte a diventare un Natural T.....r, certo puoi imparare a comunicare meglio con il tuo cavallo, ma questi sono due discorsi diversi. Ogni cavallo è diverso dall'altro e tu devi avere la capacità di applicare determinate dinamiche che si rifanno ai naturali meccanismi dell'apprendimento animale. Senza dubbio si deve avere una approfondita conoscenza del comportamento sociale del cavallo, per questo devi studiare tanto ed osservare il linguaggio che i cavalli usano tra loro, devi passare del tempo con loro.

Comunque io li considero metodi molto validi, ma persone poco esperte devono fare molta attenzione nel loro utilizzo, altrimenti corrono il rischio di imcomprensioni nel rapporto con il cavallo, ma questo vale per ogni cosa.

Io non ho scelto una strada facile, devo confrontarmi continuamente, sia con uomini di cavalli tradizionali, sia con la poca curiosità delle persone, sia con i giochetti vari, sia con finti etologi e truffatori vari....sì. proprio una strada difficile, ma nella quale credo e che porterò avanti...sai perché? Perché sono le persone che mi hanno visto lavorare con cavalli e cani che me lo chiedono...mi chiedono di non fermare questa rivoluzione e mi dicono che questa è la mia unica strada possibile....promuovere il vero benessere ed educazione naturale di uomini ed animali.

Se hai ancora bisogno di me, il mio sito ed i miei contatti li conosci, non esitare a contattarmi!

Un caro saluto!

Francesco De Giorgio....Spirito Mustang

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È vero, trovo personalmente che chi si riferisce alla doma etologica chiamandola "dolce", non ha le idee molto chiare... Sicuramente vedere un cavallo alfa rimettere nei ranghi un altro cavallo del gruppo non può essere sicuramente considerata una cosa dolce. Eppure questo tipo di doma (sigh, come odio questo termine!) deriva proprio dall'osservazione e dall'applicazione del linguaggio naturale dei cavalli.. che personalmente non trovo affatto dolce (nel senso romantico del termine).

Vero, purtroppo c'è molta gente che appena imparati i 7 giochi si sentono in grado di domare qualsiasi cavallo. Ma non valutano il fatto che ogni cavallo ha una sua sensibilità, delle reazioni diverse, è un individuo e dev'essere trattato come tale. Forse un difetto del metodo Parelli è che, se si conosce poco, può portare a standardizzare il modo di atteggiarsi con cavalli diversissimi tra loro (parlo solo del metodo Parelli perché purtroppo è l'unico che ho avuto modo di provare)

Una domanda generale sulla tua attività. Tu tratti cani e cavalli, ma sono animali sensibilmente diversi fra loro. Uno carnivoro, l'altro erbivoro, uno da fuga, uno da attacco. I metodi che usi con loro sono quindi molto diversi?

Eppure io ho notato una sorta di somiglianza con il modo di relazionarsi con loro (vedi questa discussione). Sbaglio?

PS: ti ho mandato un MP

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Cara Lady D,

certamente parlando di cani e cavalli, parliamo di due specie molto diverse, l'uno predatore, l'altro preda. Ma allo stesso tempo molto simili, prima di tutto sono animali sociali entrambi e la comunicazione si esplica in modo paragonabile; poi sono animali ed insieme all'uomo rispondono sempre alle stesse leggi relative all'apprendimento animale.

Ad esempio nelle fobie, sia per i cani che per i cavalli, si opera con programmi di desensibilizzazione progressiva.

Entrare in empatia con un cavallo ha qualche difficoltà in più rispetto ad un cane.

Il cane affianca l'uomo da più di 14.000 anni, mentre le interazioni tra uomo e cavallo risalgono a non più di 5000 anni fa. Il cane ha una grandissima capacità di leggere il linguaggio gestuale dell'uomo, molto più di un lupo. Con il cavallo devi avere maggiori capacità di inviare messaggi che il cavallo sia in grado di leggere ed elaborare.

Certamente alla base di ogni comunicazione efficace, anche tra gli uomini, ci deve essere lo studio e la comprensione delle leggi che regolano il comportamento, l'apprendimento e l'influenza sociale.

Spero di essere stato esauriente, ma se hai bisogno di ulteriori chiarimenti sono a tua disposizione.

Un caro saluto!

Spirito Mustang

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  Spirito Mustang dice:
Il cane affianca l'uomo da più di 14.000 anni, mentre le interazioni tra uomo e cavallo risalgono a non più di 5000 anni fa. Il cane ha una grandissima capacità di leggere il linguaggio gestuale dell'uomo, molto più di un lupo. Con il cavallo devi avere maggiori capacità di inviare messaggi che il cavallo sia in grado di leggere ed elaborare.

Credo che la maggior difficoltà di comunicare con un cavallo sia data anche dal fatto che noi per loro siamo dei predatori: le nostre orecchie sono piccole ed immobili, gli occhi sono posti frontalmente e "puzziamo" di carne (quella che mangiamo). È un giusto ragionamento?

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Hai certamente ragione Lady D!

Il cavallo ti osserva sempre e ti tiene sempre sotto controllo....basta molto poco far perdere in lui la fiducia che faticosamente hai conquistato...ed è proprio per tale motivo che per essere credibile, devi attuare gesti e azioni basate su un'approfondita conoscenza del cavallo....si sei sempre un predatore, ma un predatore che sa entrare in empatia con il cavallo, un predatore di cui potersi fidare, un predatore con cui poter collaborare.

Il fatto di essere un predatore non deve esimerci dal trovare una strada di comunicazione con il cavallo più etica ed efficace!

Ciao

Spirito Mustang

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Caro Spirito Mustang,

è davvero meraviglioso che ci siano sempre più persone desiderose di trovare una via di comunicazione tra cavallo e uomo che vada al di là di sistemi tradizionali e/o deleteri (spesso i due termini vanno a braccetto).

Premetto che di questi argomenti ne so davvero poco, leggo e m'informo, ma, alla fine, anch'io giro e rigiro sempre intorno a Roberts e a Parelli. Soprattutto a Parelli...che è il primo ad avermi donato (non aggratis) un nuovo modo di pensare.

Il suo difetto (che è anche un pregio) è quello di dire "usando degli accorgimenti riuscirai a migliorare il rapporto con il cavallo". Il che è vero, ma troppa gente ama le improvvisazioni. E le improvvisazioni sono entrate nelle stesse scuole, negli stessi istruttori. Questione atavica, tra l'altro...finirò per dilungarmi.

Comunque è molto interessante che il tuo lavoro sia legato ai cavalli e ai cani. Ritengo che siano due specie molto lontane tra di loro. "Noi abbiamo molta dimestichezza nel rapporto con il cane , animale domestico per eccellenza e siamo portati ad estendere tale rapporto a tutti gli animali domestici. Li consideriamo più o meno intelligenti a seconda di quanto simile sia il loro comportamento rispetto a quello del cane. Istintivamente siamo soliti pensare: "il cavallo vive in branco ,è stato addomesticato da millenni eppure non riusciamo ad instaurare un rapporto come quello del cane: conclusione il cavalo è un animale stupido".

In realtà cavallo e cane hanno due linguaggi completamente diversi.

Il cane è un carnivoro che vive in branchi organizzati socialmente per poter cacciare . Possiede quindi l'idea di futuro perché deve progettare l'azione di caccia, deve prevedere su quale preda sia migliore concentrare le sue energie per non vedere fallire il suo attacco, deve possedere una complessa e solida struttura sociale all'interno del branco per poter dividere i compiti durante le varie fasi della caccia, deve possedere un minimo di comunicazione per rendere tutto più veloce. Se analizziamo bene questo tipo di problematiche noteremo che si avvicinano molto a quelle che aveva l'uomo primitivo. L'evoluzione ci ha portato a risolvere gli stessi problemi, anche se in maniera molto più complessa,ma con una struttura sociale e di pensiero simile.

Il cavallo invece è un erbivoro e questa peculiarità lo spinge a ragionare in modo completamente diverso. Quando ha fame abbassa la testa e mangia. Non ha bisogno di progettare niente ne di mettersi in relazione con i suoi simili per poter fare ciò. L'idea di futuro quindi è praticamente inesistente . Un'altra grossa differenza tra erbivori e carnivori sta nella percezione del mondo esterno. Il carnivoro è portato a cercare di comprendere ed identificare ogni novità in quanto potenziale preda. L'erbivoro invece inserisce automaticamente l'istinto di allerta e fuga ad ogni minimo rumore poiché potrebbe essere un predatore in agguato, meglio fuggire una volta di più per niente che capire di che si tratta ed essere predati.

Le regole del branco di cavalli hanno schemi completamente diversi dal nostro per cui spesso fraintendiamo il loro comportamento, ma più sovente veniamo fraintesi dal cavallo

Il branco di cavalli è strutturato da un capo branco, da una serie di femmine che hanno una loro gerarchia da giovani e da maschi sottomessi.

Il rapporto tra i membri dello stesso branco è finalizzato ad assolvere le esigenze del momento.

La posizione dell'uomo come capo branco nella comunità canina risulta molto più istintiva e semplice perché entrambi siamo predatori di gruppo con una gerarchia sociale molto simile

Quando vogliamo porci come capo branco nella comunità degli equidi, rischiamo invece di essere scambiati anziché come membri del branco, coma predatori.

Qui sta l'importante differenza tra un cavallo che esegue gli ordini perché sottomesso al capo branco e quindi privo di stress e quello che esegue gli ordini perché perennemente in fuga dal predatore

In scuderia il cavallo viene fatto vivere in box individuali , perde quindi la possibilità di poter relazionarsi con altri individui della stesa specie . Il branco si restringe drasticamente a se stesso ed è costretto a diventare capobranco. Questo fatto comporta all'animale tutta una serie di problemi legati allo stress del comando

Il cavallo nevrile sensibile, iper eccitabile, all'interno del branco trova la sua tranquillità subordinandosi ad un individuo più sicuro più tranquillo . Rimanendo da solo è costretto in prima persona a prendersi carico della responsabilità di ogni azione. se riesce ad instaurare un buon rapporto con il proprio cavaliere si sottomette volentieri ad esso perché ricrea una situazione di branco a lui più consona." (quello tra virgolette, anche se mi trova concorde, non è scritto da me, ma da un dottore che io ammiro moltissimo)

Grazie per l'ascolto e buon lavoro!

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Caro/a Earendil,

certamente dici cose giuste, corrette, logiche e che condivido.

Rifletterei meglio:

- certamente cane e cavallo sono animali diversi, molto diversi, ed i delfini lo sono ancora di più. Sono tutti animali sociali, ma la loro socialità si esprime in modi molto diversi, esattamente come dici tu. Ma nella nostra interazione con loro dobbiamo tenere assolutamente conto del fatto che, se pure in misura diversa, tutti questi animali e gli animali in genere, rispondono alle medesime leggi che regolano i meccanismi d'apprendimento negli animali.

- "Futuro e non futuro! Questo è il problema!"

Non puntiamo troppo l'attenzione su questi aspetti frutto di divagazioni. Atteniamoci a quanto ci detta l'etologia, che è scienza e non filosofia.

Prima di essere T.....r, ho studiato etologia per diversi anni all'università, ho studiato molti testi scientifici, ho fatto ricerca in laboratorio e sul campo, ma non ho mai ritrovato tali concetti, sulle riviste scientifiche internazionali non viene mai fatta menzione di questi aspetti.

Sono abituato a pensare su fatti concreti e provati.

Concordo con te, molti si improvvisano, si improvvisano anche esperti in Etologia, ma senza una base culturale e scientifica.

Ai fini di un'efficacia della comunicazione tra uomo e animale è di fondamentale importanza la conoscenza e l'aggiornamento continuo... in due parole... sapere quello che si fa e non fare quello che si crede di sapere.

Ciao e a presto!

Spirito Mustang

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Caro Spirito Mustang

(sono ancora io, eleonora! ... oramai ti perseguito! :D )

per quello che dici, scrivi e pensi, sei una persona da ammirare!

è chiaro che hai molta esperienza e cultura!

Amo gli animali e soprattutto i cavalli e sono davvero fiera che nel mondo ci sia gente che come te si impegna per un'intera vita perchè gli animali possano vivere meglio!!

Come sai il mio sogno è qllo di conoscere Monty Roberts, imparere tutte le sue "tecniche", la sua filosofia e tutto quello che sta cercando di trasmettere al mondo intero... per poi, magari, poterle trasmettere ANCHE IO agli altri [Ma, ad essere sincera, mi sembra un'impresa (per me) impossibile!! "£$!" ]. E questo perchè i cavalli possano vivere dignitosamente...

Comunque ancora tanti complimentoni!!! :D:D CIAO!

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Carissima Eleonora,

ricorda che non basta imparare un metodo, che sia quello di Roberts o di Parelli o di chiunque altro, la cosa più importante è conoscere i meccanismi che ne sono alla base.....l'abisso che separa il saper fare dal saper essere....

E poi bisogna saper trasmettere le conoscenze, quindi un T.....r di cavalli o cani, deve essere necessariamente saper essere un efficace T.....r di uomini....

Un caro saluto...

Ciao

Francesco......Spirito Mustang

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